Sanità, cambiano i requisiti minimi per i centri di riabilitazione
Per garantire una omogenea distribuzione delle strutture socio-sanitarie su tutto il territorio regionale, la Giunta ha modificato i requisiti minimi autorizzativi per l’esercizio delle attività di riabilitazione.
L’assessore della Sanità, Luigi Arru, che ha proposto il parziale adeguamento degli standard, fissati con una delibera del 2010, ha tenuto in considerazione la situazione demografica e di ruralità che contraddistingue la gran parte del territorio della Sardegna.
ARRU. “La nostra regione – afferma Arru – presenta una densità di popolazione pari a 69 abitanti per chilometro quadrato, meno di un terzo di quella rilevata nel resto d’Italia (pari a 212 abitanti per chilometro quadrato). Con le regole attuali, che prevedono parametri per l’accesso alle strutture e, quindi, di personale, abbiamo registrato le difficoltà in molte aree ad aprire o mantenere in piedi simili attività. Questo ora accade in particolare nelle zone rurali e con più importante dispersione demografica, sia per la carenza di strutture in genere che per la difficoltà nel raggiungimento dei servizi ospedalieri e/o territoriali esistenti, spesso ubicati a una distanza e/o tempo di percorrenza dal domicilio dei pazienti che ne limitano l’effettiva accessibilità”.
STRUTTURE. La modifica delle regole riguarda i centri diurni a valenza socio-riabilitativa per persone con disabilità in situazione di gravità; i centri di riabilitazione globale diurna per persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale; i presidi di riabilitazione globale a ciclo continuativo per disabilità fisica, psichica e sensoriale; i presidio residenziale a valenza socio riabilitativa.
REQUISITI. Dagli attuali 20 accessi al giorno per i centri diurni, si passa ad un minimo di 12 pazienti seguiti quotidianamente. Queste modifiche sono immediatamente applicabili per le strutture socio sanitarie di Riabilitazione Territoriale esistenti, attualmente accreditate e inserite nell’apposito elenco regionale, e/o in possesso dell’autorizzazione alla realizzazione, per quelle richiedenti la rimodulazione delle attività e/o il trasferimento in altre sedi operative e nei confronti delle nuove strutture richiedenti eventuali nuove autorizzazioni all’esercizio e/o dell’accreditamento.